L’intervista – Mariangela Corona

Mariangela Corona è il responsabile organizzativo dell’associazione: una vera e propria colonna portante della Scuola sull’Albero! Ed ora che la sua residenza ufficiale è lontana chilometri da qui L’Albero continua a non poter fare a meno di lei…
Perché, diciamoci la verità, Mariangela è una delle radici più importanti di quest’Albero!

La tua casa è ormai a Roma, anche Vania (una delle più assidue collaboratrici della Scuola) vive lì… Davvero L’Albero riesce a tenervi legate a lui con la stessa forza di un tempo?

L’Albero è parte di me da quando avevo 16 anni. E’ come aver vissuto la metà della propria vita con qualcuno, esattamente nel periodo in cui cresci, cambi, diventi adulta, scegli e comprendi come ti piacerebbe essere da grande. In tutto questo tempo ho imparato un linguaggio, un modo di pensare, di affrontare la vita, di crescere. A pochi capitano certe fortune: cominciare per gioco un corso di teatro e incontrare attraverso di esso persone straordinarie, che ti cambiano la vita, che ti porti dietro in tutto quello che fai. Potrei andare a vivere a New York (magari!) ma non potrei mai separarmene. Oltre all’aspetto affettivo ce n’è un altro da non sottovalutare: la possibilità di fare un lavoro creativo, appagante, insieme a persone che stimi e a cui vuoi bene. Non è facile trovare queste condizioni di lavoro. L’Albero è una piccola verdeggiante isola felice. Penso che per Vania sia lo stesso. Inoltre le nuove tecnologie ci vengono incontro, si può lavorare via chat, email, skype, facebook: siamo estremamente connessi, in tutti i sensi. E poi non potrei mai lasciare, Veronica non me lo permetterebbe!

Vania, Alessandra, Cristina, Rosangela, Veronica, Rita, Palma… Una Scuola dove la femminilità prevale… cos’hai da dire in proposito?

E’ sempre stata una caratteristica dell’Albero, la maggioranza delle donne. Potrei raccontare di pomeriggi, cene, vacanze, notti, spettacoli, telefonate, confidenze, pianti e risate, tutto al femminile. Ricordi di inestimabile valore. Probabilmente è più facile per le donne fare una scelta lavorativa di questo tipo. Si tratta di investire in una passione, in un lavoro fatto soprattutto di idee, di sentimento, di sogni, di chiacchiere, nel senso buono del termine. Ripensando a una delle ultime cose fatte insieme, mi viene in mente l’esperienza di Spinoso, in cui eravamo coinvolte io, Alessandra, Cristina e Marianna L’Amico de “L’Officina del Circo”, altra amica pazza e creativa. La naturalezza con cui parlavamo dei laboratori in corso, degli spettacoli e dei progetti futuri, oppure di esperienze passate, della vita in genere, mentre ci consigliavamo la crema per il corpo o decidevamo il menu della cena (questo lo facevo sempre io), è il metro della complessità e della varietà di codici e di scambi tra donne. E in questo equilibrio di rapporti e di scambi, devo dire che noi ci completiamo. C’è la parte emotiva, quella razionale, quella creativo-megalomane, c’è l’impulsività, la ponderatezza, l’allegria e il pessimismo cosmico, c’è la precisione, la mediazione. Di tutto un po’. Io e Alessandra, che ho avuto la fortuna di incontrare in questo percorso, ci completiamo molto. Io mitigo i suoi capelli rossi, la sua impulsività. Lei mi spinge ad essere più ferma e decisa. Passiamo ore a parlare. Discutiamo, ragioniamo, decidiamo insieme e alla fine ci dimentichiamo chi ha avuto l’idea e chi l’ha migliorata. E’ un rapporto molto profondo e molto femminile. Poi, per fortuna, ci sono anche dei maschi! C’è Donato Zaccagnino, il nostro tecnico-grafico-tuttofare-amico. Senza di lui ci sentiamo perse (e lui senza di noi, anche se alza gli occhi al cielo quando vede il nostro nome sul display del telefono, soprattutto verso maggio-giugno). E naturalmente c’è Vidio Carbone, che accompagna l’Albero dai primi spettacoli. Devo dire che anche Mimmo Conte, di Gommalacca Teatro, con cui abbiamo una splendida collaborazione, è ormai ospite abituale del nostro gineceo, nel quale è perfettamente inserita anche Carlotta Vitale, altro “acquisto” recente e molto prezioso.

Quale pensi sia il punto di forza della Scuola sull’Albero? Quale il suo fine?

Userò, banalmente, la metafora legata al nome dell’Associazione. La forza dell’Albero sta nelle sue radici e nelle sue terminazioni. Le radici sono quelle che scendono profondamente nel terreno lucano, quelle che ci consentono di continuare a costruire su un’esperienza di 15 anni. C’è il lavoro di Lucia Di Cosmo, che ha lasciato un solco talmente profondo che diventa difficile descriverlo, misurarlo. Un patrimonio di idee e di sogni, di metodo e di creatività. Queste radici ce le teniamo strette, nonostante tutti i cambiamenti passati e futuri.
Le terminazioni dell’Albero sono le sue nuove forze. Il direttore artistico, le insegnanti di teatro, l’insegnante di danza, lo staff organizzativo. Tutte persone di grande competenza, intelligenza, professionalità, senza le quali questo progetto non avrebbe respiro. Il “vecchio” e il “nuovo” sono accomunati dall’identica volontà di fare bene questo lavoro, mettendoci dedizione, serietà, impegno. E’ l’insegnamento più forte che abbiamo ricevuto, come un dono di inestimabile valore: impegnarsi, fare le cose seriamente è l’unico modo per ottenere risultati. A costo di apparire noiosi, severi o intransigenti. Il metodo dell’Albero è consolidato e forte, tanto che la nostra scuola continua a riscuotere interesse e credibilità. Poi ci sono le innovazioni, come i laboratori nuovi e i progetti in cantiere. O come questo blog, che ci consente di farci conoscere nella rete e il cui merito è di Cristina, che, per restare nella metafora, è un ottimo frutto dell’Albero!

Fervono i lavori a la Scuola sull’Albero. Cosa bolle in pentola?

Eh, tanta roba! Prima di tutto la cena con delitto, di cui si sta parlando sul blog. Il debutto è previsto per fine marzo, ma i dettagli saranno presto noti. Un bel progetto, fortemente voluto da Vania e assecondato senza dubbi da tutte noi.

Poi gli spettacoli della scuola, due di teatro e uno di danza. Per il corso avanzato di teatro stiamo preparando una commedia surreale, di cui diremo tutto più avanti. I ragazzi del corso intermedio, invece, saranno impegnati in uno spettacolo molto divertente sui mestieri del teatro, alla cui scrittura hanno collaborato loro stessi con entusiasmo. Per il saggio di danza un grande omaggio al cinema in bianco e nero, con le coreografie di Stefania Pacifico, che continua a regalarci la sua grande professionalità, curate alla perfezione dalla nostra Rosangela.

Anche quest’anno, poi, si sta svolgendo il laboratorio di teatro nella casa circondariale, a cui siamo molto legati. Il primo spettacolo, ad aprile, parlerà di emigrazione e vedrà sulla scena anche la nostra Palma.

E poi, ancora: i saggi dei laboratori nelle scuole, la ripresa di A.A. Altamente Alcolico, un nuovo spettacolo della compagnia, il lavoro su Visioni Urbane… insomma, un sacco di roba!

Anche quest’anno però il tuo lavoro non si ferma a quello di responsabile organizzativo… Già in passato ti sei occupata della stesura dei copioni della Scuola. Come nasce l’idea di un nuovo spettacolo? Come si sviluppa?

Scrivere è una cosa molto seria e molto difficile, per questo ci sono pochi buoni scrittori e autori di teatro. Io neanche lontanamente mi metto nella categoria. Ho una passione per la scrittura, che mi piacerebbe coltivare e consolidare nel tempo, ma non sono uno scrittore. Però ho una discreta esperienza dei tempi e del linguaggio della macchina teatrale. Gli spettacoli che scrivo nascono dalla necessità di disegnare degli abiti a misura dei ragazzi, che siano accessibili a loro, che li gratifichino. La mia scrittura è a servizio degli spettacoli, anche se si basa comunque su ispirazioni e sollecitazioni di vario genere, che poi sviluppo a seconda di chi andrà a interpretare lo spettacolo.

La Cena con delitto è la produzione più imminente. Siamo tutti curiosi di sapere qualcosa in più…. Innanzitutto cos’è una cena con delitto?

E’ uno spettacolo interattivo che si svolge in un ristorante e che coinvolge attori e commensali, veri protagonisti della serata, che vivranno un’esperienza investigativa molto divertente. Il ristorante che ospita l’evento si trasformerà, per una sera, nel prestigioso “Le Chat Noir” gestito dalle sorelle Salerno e frequentato da strani personaggi. Ognuno di questi, si scoprirà, avrà un buon motivo per compiere l’orrendo delitto che sarà l’oggetto dell’indagine del commissario Conte.
Ogni tavolo costituirà un gruppo investigativo, che sarà dotato di indizi e documenti utili alla risoluzione del giallo. Insomma, un bell’esperimento di teatro e buona cucina, che speriamo di portare in giro per i ristoranti della Basilicata.

Non puoi dirci proprio nient’altro?

Buon lavoro a tutti noi!

11 responses

1 03 2010
vania1

Non so perché ma mi sembra strano che mariangela non abbia aggiunto: ” non ho dimenticato nessuno?? ” Ahahahah… Che squadra, ragazzi!!

1 03 2010
mariangela

ma infatti, mi sono dimenticata di scriverlo! come mi conosci bene!

1 03 2010
Marianna

Che bella quest’intervista 😀 😀

1 03 2010
Fè 92

Intervista spettacolare (: Bacione.

1 03 2010
Antonio

Parole sagge.. La passione è fondamentale in ogni cosa che si vuol fare.. L’Albero continuerà a dare sempre buoni frutti.. Auguri per il prossimo spettacolo.. 😉

1 03 2010
alessandra

Maringela E’ l’Albero… nonostante il “nuovo che avanza”!!
ahahahahahahh!!!

1 03 2010
alessandra

Cmq, tutte belle, intelligenti e talentuose queste alberine???
hihihiih 🙂

2 03 2010
Cristina

Certo che si!

2 03 2010
Chiara

siete grandi!!!!
vi porto sempre nel mio cuore! =)

3 03 2010
mariangela

le megalomani! 😉

24 05 2019
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